Fotografie: come rendere eterne le emozioni

Facendo ordine nella memoria del computer salta fuori dal mucchio un vecchio articolo, semplicemente abbozzato e poi dimenticato tra mille altri documenti.
Lo rileggo e lo pubblico ora, così, a quasi un anno di distanza e a 20 giorni dalla mia futura partenza per un altro grande viaggio.
Con l’augurio che ognuno di voi, leggendo queste poche righe, possa anche solo per un istante ritrovarsi in qualche parola e rivivere un’emozione passata.

 

Ci sono posti in cui l’aria si scontra sempre fresca contro il tuo viso, posti in cui il sole splende anche dietro le nuvole, posti in cui la primavera, qualsiasi sia la stagione, è sempre alle porte.
Sono quei luoghi in cui ti senti a casa, anche se non lo sei. Quelli in cui senti che il tuo cuore sta camminando nella stessa direzione dell’universo intero. Sono i luoghi “di attaccamento”, la psicologia li ha voluti definire così per la loro capacità di “attaccarsi” alla nostra sensibilità, alla nostra anima, a noi. E di conseguenza per la nostra inconscia dipendenza da loro.
Possono essere posti in cui tornare sempre, la spiaggia al mare o la vetta di una montagna, oppure luoghi in cui hai semplicemente fatto un’esperienza, forse anche solo una, ma così grande da cambiarti, farti crescere.
Il posto in cui hai conosciuto la donna o l’uomo della tua vita, quello in cui ti hanno dato una notizia importante, quello in cui hai scoperto te stesso.
Per me è Parigi, la città nella quale mi sono ritrovata. Nella quale a ventiquattro anni ho imparato a conoscermi.
E la fotografia è stata per me lo strumento fondamentale. Ero da sola, come avrei potuto vivere e ricordare così tante emozioni tutte insieme? La mia fedele compagna di viaggi era lì con me; senza chiedere nulla, lei immagazzinava ogni istante e alla sera me lo riproponeva quando, diario alla mano, fissavo con l’inchiostro attimi che non avrei mai più vissuto.
Ha immortalato scene di vita, commozione davanti ad una statua o un quadro, spettacolari scorci e immagini rubate alla realtà. Ha preso tutto quello che il mio dito le chiedeva e ha riempito la sua mente da 8 Gb. Ha visto con i miei occhi e io ho visto con i suoi una Parigi magica, una Parigi che fa innamorare, una Parigi unica. 
 

 

 

Ha visto con i miei occhi e io continuo a vedere con i suoi. Grazie a quelle immagini e a quell’inchiostro lasciato su un diario posso ripercorrere passo dopo passo le emozioni provate. E ritrovare me stessa anche da qua, da casa. Sempre.
Per me Parigi, e per voi?
Riprendete in mano vecchie foto, lasciatevi inebriare da lontani ricordi, rivivete le emozioni vissute.
Ecco, state rendendo eterno quel momento così lontano. Vivetelo. E’ solo vostro.

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