La città degli opposti: Istanbul

Riprendo il mio diario in mano e lo ripercorro indietro fino a due anni fa, il mio ventiquattresimo compleanno: Istanbul.
Rileggo ogni pagina e riguardo ogni foto, in pochi minuti riaffiorano i ricordi, gli odori, i colori, i volti…

E allora comincio a scrivere.

Istanbul è contraddizione. Istanbul è tutto e niente. E’ la città che ti rapisce il cuore o non ti dice nulla.
Istanbul è l’occidente che incontra l’oriente, è oriente che vuole mostrarsi all’occidente. 
Istanbul sono le moschee e i grandi hotel, sono gli hammam e le discoteche, sono il gran bazar e i negozi di Mango o Nike sulla via principale. 
E’ oriente e occidente che si mischiano. E’ un crogiolo di culture. Sono le donne con il volto coperto di giorno e le ragazze in minigonna la sera. 
Istanbul è ricchezza e povertà, tradizione e innovazione.
Istanbul sono le spezie, i tappeti, i venditori di qualunque cosa nelle vie più desolate.
E’ quell’odore fortissimo di curry, paprika e zafferano che ti riempie la testa.
Istanbul sono i ragazzi che vendono, su piccoli tavolini a bordo strada, noccioline, peluches, melograni o libri, pur di vendere qualcosa.
Istanbul è un uomo che ti assilla per venderti qualcosa, fino a regalartela! 
E’ un ragazzo che vende le cozze per strada come se fossero patatine, o spremute di melograno preparate dentro il suo furgone. 
Istanbul è un parco per un pic-nic, una distesa di tulipani, un ponte sul Bosforo ricoperto di pescatori.
Istanbul sono gli uomini che pregano nelle moschee o quelli che giocano a carte o fumano su un prato, senza curarsi del fatto che le loro donne siano chiuse in casa. 
Istanbul è Istikal Caddesi, la via della movida, ma allo stesso tempo è il Topkapi, il palazzo del sultano. 
E’ il campus universitario e poco distante il mercatino di libri usati. 

Istanbul sono i kebab per strada e le grigliate di pesce a kumkapi, in riva al mare.
Sono la metropolitana che attraversa la città e i pullmini di una volta per raggiungere i posti non turistici.
Istanbul è l’unione di tutto.
E’ la città degli opposti, forse troppo. 


 

 

 

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