Quel viaggio difficile ma bellissimo chiamato Vita

Sono ormai passati tre mesi da quando quello stupido infortunio ti ha bloccata così, da un momento all’altro. Eri appena tornata da un bellissimo viaggio in Sri Lanka e ti stavi preparando per raggiungere la tua famiglia al mare, finalmente avreste fatto qualche giorno di vacanza tutti insieme!
E invece no.
Torni indietro fino a quel 21 agosto e l’unica cosa che rimbalza tra una parete e l’altra della mente, come un’insegna luminosa nel mezzo della notte, è lo spavento. Lo spavento enorme che hai provato, anche se solo per pochi secondi. Quello spavento a cui, quando provi a raccontarlo, nessuno fa caso.
Ripercorri ogni giorno passato, da quelli spesi interamente a letto a quelli in cui ti sembrava che fare anche solo il giro dell’isolato di casa tua fosse un successo. E per te lo era.
E con i ricordi arrivi fino a quando qualche settimana fa hai ricominciato a nuotare e poi ad oggi, che finalmente sei tornata a scuola, tra loro, i tuoi bimbi.
Provi a tirare le somme, lo fai sempre dopo un momento di fatica, e anche questa volta ti ritrovi cambiata. Sei stata obbligata a fermarti e pian piano sono emersi mostri e scheletri che tenevi chiusi negli armadi da più di due anni. Per una volta non li hai  affrontati di petto, buttandoti in viaggi e attività sportive per far vedere loro chi fosse più forte, non potevi! E così hai pensato che, forse, l’unica cosa che potevi e dovevi fare era accettarli, farli diventare parte di te, trovare un posticino al tuo interno in cui anche loro potessero stare, senza danneggiarti.
L’hai fatto e, nonostante gli scivoloni e i fallimenti iniziali, alla fine ne sei uscita vincitrice. Ancora una volta!
Eccoti qui, giunta alla fine, o meglio… alla conclusione del primo grosso step.
Il tuo fisico e il tuo umore stanno meglio e tu, sorridente, ti guardi alle spalle.
E’ andata così, è stato un viaggio lungo e impegnativo sotto molti aspetti, sono stati novanta giorni di salite e cadute, di scoperte e di sconforto.
Sai bene che non è stato tempo perso, al contrario. E’ stato quel viaggio che prima o poi tutti noi dovremo affrontare, quello con noi stessi, quello dentro noi stessi, con compagni di viaggio non desiderati e difficili da gestire: i pensieri scomodi, quelli che fanno male.
Ora si ricomincia, si riparte con la rieducazione motoria, la fisioterapia, finchè non sarà la volta del ritorno agli sport e ai viaggi.
Ora, passo dopo passo, ti vedi finalmente rinascere, in mano una consapevolezza di te molto più grande.
Quanta fatica, ma in fondo, quanta bellezza.
Già, tutto sommato, pensi, è stato bello così.
Ancora una volta brindi a te. E a quella che sei diventata.

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