Lunedì mattina.
Arrivo a scuola prima nonostante oggi la prima riunione sia alle 10.00.
Arrivo a scuola prima, come tutti i lunedì.
Eppure questo non è un lunedì come gli altri. Nessuna supplenza da organizzare, nessun bambino da accogliere, nessun appello, lezione, intervallo, interrogazione, pranzo.
Nulla.
Solo adulti a parlare tra di loro in noiose, e spesso inutili, riunioni.
Percorro i corridoi vuoti e per metà già spogli, cerco invano di sentire le loro vocine squillanti, di trovare qualcuno nascosto sotto una giacca da cui spuntano solo due zampine.
Ma nulla.
Li abbiamo salutati, abbiamo consegnato i disegni che coprivano le pareti, le felpe appese agli appendiabiti e i libri che riempivano gli scaffali.
Li abbiamo salutati e già mi mancano.

Passi tutto l’anno a sperare che questo giorno arrivi presto e poi, appena arriva, già senti la loro mancanza. Ma soprattutto ti chiedi come abbia fatto, anche quest’anno, a volare così in fretta. Ad arrivare e, senza nemmeno che te ne accorgessi, a finire.
Come ogni anno ti sembra di non aver fatto abbastanza, di non aver dato il massimo.
Eppure l’avete commentato insieme l’ultimo giorno “Quest’anno scolastico è stato strabordante!”, perchè avete fatto ogni giorno qualcosa di nuovo, ogni giorno qualcosa di diverso. Mai fermi più di un’ora in classe, scendi, sali, esci, vai al parco, torna indietro, gioca, leggi, discuti, costruisci, ripassa… Un anno vissuto così, a correre per poter vivere più esperienze possibili, per poter insegnare loro più vita possibile.
Avete corso un sacco ed è questo il motivo per cui ti sembra di non aver fatto abbastanza, perchè anche occupando ogni istante di vita scolastica con esperienze di ogni tipo, non sei riuscita a fare tutto quello che avevi in mente.
E’ sempre così, più fai e più vorresti fare.
Entusiamo genera entusiamo e tu ferma non sai stare, nemmeno a scuola.
Hai fatto di tutto, ma continua a sembrarti ancora poco.

Hai parlato e vissuto con loro cosa siano il rispetto, l’inclusione, l’affetto, la non violenza, la diversità di genere, la sostenibilità, l’amore per il pianeta, l’amore per il diverso, i diritti. Hai cercato di fornire loro gli strumenti per fronteggiare i pericoli della rete, il bullismo, il cyberbullismo, le persone che non si conoscono… hai discusso quasi quotidianamente i fatti di cronaca e hai provato a insegnar loro cosa significa avere una propria opinione personale e non rinnegarla.
Tutto questo, ovviamente, senza dimenticarti di insegnare a leggere e scrivere, i verbi, i nomi, gli aggettivi, le tipologie testuali, le ere geologiche, le fonti, il Big Bang, il paleolitico, il neolitico, l’arte e le lingue straniere. (perchè per fortuna di paesaggi naturali, metodo scientifico, frazioni, atletica e note musicali se ne è occupata la tua collega!)
Una lista che comunque, come immaginerete, potrebbe continuare all’infinito.

Hai fatto di tutto, ma per te non è ancora abbastanza.
Senti la loro mancanza per questo, perchè vorresti continuare ad insegnare loro qualcosa, vorresti averli ancora qualche ora seduti davanti a te, con le loro antenne dritte e gli occhietti vispi per poter rispondere a quelle centinaia di domande a cui non sei riuscita a rispondere perchè “non c’era tempo” perchè “è suonata la campanella”.
Non ti accontenti delle 8 ore giornaliere, dei cinque giorni settimanali, dei nove mesi annuali e dei cinque anni di ciclo.
Vorresti avere più tempo, sempre.
Vorresti viverli così, sempre.
D’altronde il tuo non è un mestiere.
Il tuo è un modo di essere, una passione.
Sei nata maestra, come potresti ragionare in un altro modo?

Per non farci mancare nulla, gli ultimi dieci minuti dell’ultimo giorno di scuola abbiamo fatto una lista di qualità che descrivessero l’anno scolastico appena concluso. Ve li regalo, perchè a me hanno, ancora una volta, riempito il cuore.
“Quest’anno è stato…
bellissimo, pieno, entusiasmante, ricco di emozioni, impegnativo, divertente, pieno di amici, confusionario, felice, inaspettato, emozionante, stupendo, forte, velocissimo…“