Islanda: il mio sogno diventato realtà

Già sapevi che sarebbe capitato, ma nel momento in cui l’aereo si stacca da terra te ne rendi conto davvero.
Il carrello rientra con quel rumore meccanico e anche quel poco che ti teneva attaccata all’Islanda se ne va.
Rimangono i ricordi.
Rimangono le emozioni.
Una lacrima scende, sai che la nostalgia fa parte di un viaggio, lo sai bene. Eppure tutte le volte è la stessa storia. Ti affezioni. Ti affezioni alle persone, ai luoghi, agli odori e alla routine… finché così, tutto ad un tratto, te ne devi separare. E, per quanto breve possa essere stato il viaggio, tagliare quel cordone che si è creato fa sempre male.

Questa volta però la sensazione è diversa.
E’ come quando esci di casa e hai la sensazione di aver dimenticato qualcosa.
Chiudi gli occhi, provi a riposare ma non riesci. Il tuo cuore è irrequieto. Lui, di lasciare quella terra, proprio non voleva sentire ragione. La guardi allontanarsi sotto di te. E, più diventa piccola, più senti il cuore stringersi e avverti la fortissima necessità di dover tornare.
Perché l’Islanda è così. Ti ruba il cuore, te lo conquista. Totalmente. E non ci puoi fare nulla, perchè è come se ti chiedesse, ti implorasse di tornare, ancora, e ancora.
Perchè non sarà mai uguale.

La mente torna indietro e ripercorre, passo dopo passo, ogni esperienza fatta, ogni posto visto, ogni strada percorsa.
Paesaggi infiniti, deserti. Magari uguali, ma a distanza di pochi minuti diversi.
E la tua penna passa sul foglio bianco, nella speranza di fissare dentro l’inchiostro ogni immagine, ogni istante, ogni fiocco di neve caduto e ogni capello mosso dal vento, ogni raggio di sole dentro la pioggia e ogni nota prodotta dal ghiaccio che lento si spezza.

Respiri. Chiudi gli  occhi.
Islanda.
Quel grande sogno che avevi e che finalmente è diventato realtà.

Islanda è natura, una natura immensa, spettacolare e ogni volta diversa.
Islanda sono i paesaggi di cui non riesci a vedere la fine, deserti di neve, di rocce, di muschio attraversati da strade che dritte li tagliano senza chiedere permesso.
Islanda sono i ghiacciai che si rincorrono al tuo fianco, imponenti, infiniti. Masse di neve e ghiaccio che silenziosi si distendono sulla terra, sui vulcani, sulle montagne, fredda coperta che protegge i suoi abitanti.
Islanda è un ghiacciaio che si getta nel mare. È il silenzioso rumore del ghiaccio che si spezza e lentamente si muove nell’acqua. E’ un iceberg che lento va alla deriva, fino ad essere inghiottito da un oceano più potente di lui. Sono i brividi che leggeri si fanno strada sulla tua schiena, la pelle d’oca che si affaccia sulle braccia, le lacrime che fanno capolino tra una ciglia e l’altra.
Emozione che nasce. Forza della natura. Miracolo. Grandezza. 

Islanda sono le cascate che imponenti sgorgano dalle rocce. Sono gli iceberg che cullati dalle onde giocano a rincorrersi sul bagnasciuga fino a trasformarsi in piccoli diamanti che brillano alla luce del sole, così trasparenti in confronto a quella sabbia così nera.
Il ghiaccio azzurro quando piove, bianco quando nevica.
Islanda è una danza continua, è il sole che si alterna alla pioggia. E’ la pioggia che cede il posto alla neve. E’ il vento che forte soffia via le nuvole. E’ un cielo che implacabile, imprevedibile, copre e scopre la terra a suo piacimento, dipingendola di bianco, di verde, di giallo o di azzurro.
Islanda è l’aurora boreale. Quella che tanto sogni ma che poi arriva sempre quando meno te la aspetti.  Quella che tanto sogni ma che comunque non sarà mai come te la eri immaginata. È il cielo che danza una musica impercettibile. Braccia verdi che si avvolgono in un abbraccio, lingue di luce che veloci si rincorrono tra le stelle. Sono le mani di due innamorati che si stringono mentre gli occhi, rapiti dal cielo, non riescono a staccarsi da quello spettacolo. È un cielo stellato che ti spalanca il cuore e del quale i tuoi occhi non riescono a vedere i confini.

Islanda è emozione, sempre diversa, sempre affascinante.
E questo non mi stancherò mai di dirlo.

Per me però l’Islanda è stato molto di più.
La mia Islanda sono stati i sorrisi dei miei compagni di viaggio, sono stati diciotto sconosciuti che nel giro di poche ore si sono trasformati in famiglia, sono stati i viaggi interminabili in macchina ma sempre troppo brevi, sono stati i balli e le risate continui, sono stati i nostri abbracci. Le mani che si intrecciano. I baci che si scambiano. I sorrisi. La spontaneità e l’entusiasmo di fronte a qualsiasi proposta e situazione.

Quindi sì, ringrazio l’Islanda perchè ci ha trasmesso emozioni grandi, uniche e indescrivibili.

Ma soprattutto ringrazio voi, compagni di viaggio. Siete stati esattamente quello che cercavo, pur senza saperlo.
E poi mio caro Gabriele Saluci, ringrazio te, perchè senza Luca e senza StoGranTour tutto questo non sarebbe stato possibile.

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