365 volte… buon anno!

Non ho mai amato il capodanno (e chi mi conosce lo sa) perché sembra che in quella data sia obbligatorio fare buoni propositi per l’anno nuovo, come se questo basti ad assicurarci un inizio d’anno buono e proficuo. Durano un giorno, poi chissà come, svaniscono. Li riponiamo in un cassetto che riapriremo circa 365 giorni dopo.   
In questi giorni però non erano i buoni propositi a cavalcare l’onda dei social… scorrendo i post su facebook e su instagram (unico luogo -o quasi- in cui, in tempi pandemici, si può avere un quadro di cosa pensa la gente) ciò che mi è saltato all’occhio è stato per lo più una lamentatio comune per l’anno appena concluso, unita alla speranza per un anno nuovo migliore, il tutto condito da disillusione e pessimismo cosmico.
Come se le persone riponessero fiducia nell’anno nuovo ben sapendo che avevano fatto lo stesso con l’anno appena concluso e che, a detta loro, non fosse andata come avevano sperato.
In parole povere, dopo un 2020 che aveva immobilizzato il mondo, tutti si aspettavano un 2021 migliore e ora, a quanto pare, ci si lamenta anche di quello e si ripongono tutte le speranze nel 2022, in maniera disillusa però, sia ben chiaro.

Ecco.
Tutto questo mi ha destabilizzato.

Fiducia, speranza, ottimismo erano sempre affiancate a fallimento, pessimismo, disillusione.  
Parole troppo pesanti e spesso, soprattutto sui social, utilizzate senza dar loro il giusto significato.
Lamentele verso una vita che ci ha delusi, richieste verso un futuro che è appena cominciato e dal quale esigiamo molto.
Volevo scrivere il mio pensiero eppure leggere quello che circolava nelle menti altrui mi provocava turbamento, mi bloccava.

Finchè non ho letto l’augurio per l’anno nuovo di Alessandro D’Avenia che, con semplici ma sempre azzeccate parole, sembrava leggere nella mia testa ogni pensiero a cui io non ero ancora riuscita a dare forma.
D’Avenia infatti scrive, partendo da una riflessione di Proust ne Alla ricerca del tempo perduto, “Il capodanno è il tentativo di convincersi che “andrà tutto meglio”, ma la storia ci ha insegnato che questo è un placebo alla paura.” E riprendendo Agostino continua “La speranza è presenza del futuro. [Agostino] non parla di una speranza fatta di generici buoni propositi, ma di un’azione concreta che /…/ rende la vita più viva e argina la paura”.

La parola speranza è da sempre una delle parole del vocabolario italiano che mi piacciono di più (e che infatti potete ritrovare in molti altri miei articoli). Deriva dal latino “spes” che significa tendenza verso una meta, aspirazione, a indicare quindi quel sentimento di aspettativa di un bene futuro, un fiducioso ottimismo riguardo il proprio destino e quello del mondo. È infatti una delle tre virtù teologali per le quali il Cristiano aspetta con fiducia da Dio il soccorso della sua grazia in questa vita e la felicità eterna nell’altra.
La speranza non è riposta in qualcosa di specifico, al contrario è la certezza che, comunque andrà, sarà un successo. E per far in modo che questo accada c’è bisogno di mettersi in gioco nel presente.

Il primo giorno di avvento abbiamo fatto questo “gioco” con i bambini: ognuno ha scritto un proprio desiderio per i giorni di avvento e poi li abbiamo riposti in una scatolina, riproponendoci di leggerli l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Prima di farlo ho detto ai miei alunni che, affinchè un desiderio si realizzi, c’è bisogno del nostro impegno in prima persona. Un desiderio non è una magia.
E lo stesso mi ritrovo a scrivere ora, dopo averlo letto anche tra le righe di D’Avenia e di Agostino: “la speranza è la presenza del futuro”, non semplice ottimismo fine a se stesso, ma presenza, qui e ora.

Eccomi allora pronta ad affacciarmi al 2022 senza una lista di buoni propositi ma con in mano una sola domanda: cosa posso fare per sperare?
La lista delle riposte è lunga, ma partono tutte dal presente, in modo particolare da oggi, giorno in cui sarei dovuta essere in viaggio fuori dall’Italia e invece mi ritrovo qui, a scrivere, fuori dalle finestre una pioggia battente. Vivo il presente, e lo vivo cercando di farlo al meglio.

Cosa posso fare per sperare?
Comincio dal mio lavoro: guardare i miei alunni uno ad uno, cercando di scalfire la barriera innalzata dalle mascherine e dal distanziamento e provando a leggere nel profondo dei loro cuori.
E poi… leggere molto e scrivere altrettanto, documentandomi e non rimandando mai l’opportunità che mi è data di imparare ogni giorno qualcosa di nuovo.
Trovare il tempo di stare nella natura, camminare ogni volta che posso, fare sport, incantarmi davanti ad un prato fiorito o un cielo stellato, respirare aria buona.
Riempire il tempo regalandolo agli altri, ascoltando un amico, aiutando qualcuno… esaltare la vita in ogni situazione e in ogni momento.
Più scrivo e più scriverei… ma mi rendo conto che il rischio di cadere in una classica lista di buoni propositi è dietro l’angolo, e mi sono ripromessa di non farlo.
Un’ultima cosa ancora, forse la più importante.
Non smettere mai di ringraziare per quello che ho, giorno dopo giorno. Solo così renderò davvero grandi tutte le mie azioni e potrò dire davvero che questo presente è presenza del futuro.
D’Avenia finisce il suo articolo con queste parole che prendo nuovamente in prestito: “Solo così ogni giorno diverrà capodanno e 2022 sarà il nome di 365 giorni che non mi avranno fatto invecchiare, ma ringiovanire.”

Ecco quindi il mio augurio per voi: vivere il presente, ogni giorno.
365 volte (ora un po’ di meno, sono in ritardo!) buon anno a tutti voi!

Argine del Po, Ferrara.

La foto presente nell’header è un’alba vista nell’estate 2020, non avevo augurio migliore per questo inizio d’anno.

Per leggere l’articolo completo di Alessandro D’Avenia: https://www.corriere.it/alessandro-d-avenia-ultimo-banco/22_gennaio_02/capodanni-ritrovati-1f25cf08-6bfd-11ec-90a1-25dee422c29e.shtml

P.S. Per tutti coloro che proprio non riuscissero a rinunciare ai loro buoni propositi, consiglio la rilettura di questi due articoli, sempre attuali:
https://parolediviaggi.com/2021/01/17/un-2021-arrivato-per-noi/
https://parolediviaggi.com/2020/01/10/un-2020-tutto-da-vivere/


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